NAPOLI o Il Pescatore e la sua sposa Coreografie: August Bournonville
Musiche: Holger Simon Paulli, Edvard Helsted, Niels Wilhelm Gade, Cristian Lumbye
Prima Rappresentazione: Teatro Reale Danese, Copenaghen 29 marzo 1842
Balletto in III Atti
Il balletto racconta le vicende amorose di Teresina una popolana e Gennaro, un pescatore napoletano. La vicenda è ambientata a Napoli, l’amore di Teresina è conteso tra due venditori ambulanti, uno di spaghetti Giacomo e l’altro di limonata Peppo, ma il suo cuore è già stato conquistato da Gennaro. Quest’ultimo, per difendere la reputazione della giovane amata sulla sua fedeltà, la chiede in sposa, così i due recuperano una barca e si allontano dalla costa. Malauguratamente sopraggiunge una vorticosa tempesta mentre Teresina e Gennaro sono ancora al largo e la ragazza viene inghiottita dalle onde nelle profondità marine. Il pescatore, in preda alla disperazione riesce a tornare a riva, distrutto dal dolore per la povera amata che crede ormai morta. La mamma di Teresina apprende la notizia e, presa dallo strazio, accusa Gennaro di essere fautore dell’annegamento della figlia. Così nella disperazione generale per la sventura, si avvicina il frate che cerca di infondere speranza nell’animo del pescatore, regalandogli l’immagine della Madonna miracolosa e inducendolo a non arrendersi al dolore, anzi a reagire non dandosi per vinto e continuare la ricerca dell’amata. Infatti Teresina non è morta, semplicemente è stata salvata da creature marine dette Nereidi che l’hanno condotta nella loro dimora marina: la grotta azzurra dell’isola di Capri. Qui il re e spirito degli abissi marini è Golfo, il quale nel vederla immediatamente se ne innamora e accorgendosi di non essere corrisposto dalla giovane,già innamorata di Gennaro, la trasforma in nereide cancellandole la memoria del tutto. Gennaro continua nelle sue ricerche, speranzoso di ritrovarla ed alla fine riesce ad approdare alla grotta. Purtroppo Teresina non riconosce il volto del suo amato fidanzato poiché non ha più memoria della sua esistenza mortale, ma alla vista dell’immagine della Madonna immediatamente riacquista ricordi e sembianze umane così da tornare sana e salva con Gennaro sulla terra ferma. Il quadro successivo si apre nel Santuario di Monte Vergine, Teresina, Gennaro e la Madre si fanno strada tra la folla in pellegrinaggio al Santuario, e la gente nel rivedere la giovane popolana in piena salute accusa il pescatore di aver adoperato la stregoneria per resuscitarla. Immediatamente interviene il frate a spiegare che invece si è trattato di un miracolo avvenuto ad opera della Madonna, colpita dall’amore di Gennaro. Trovandoci a Napoli il finale del balletto non poteva esulare dall’esecuzione di una frenetica tarantella che coinvolge tutti in un clima di festoso di nozze. Napoli è considerato il capolavoro di Bournonville, infatti ancora oggi rientra nel repertorio del balletto danese.
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