Redazione Academie Du Ballet Classique
Celebrando il Successo: I Riflettori su Accademia di Zelia Guarini
Siamo estremamente lieti e pieni di orgoglio di condividere una splendida recensione pubblicata su "Il Mattino", che mette in risalto i trionfi e le innovazioni portate avanti dalla nostra Accademia di Zelia Guarini nel meraviglioso mondo della danza classica.
Innovazione e Passione: Oltre gli Stereotipi
Questo articolo sottolinea come la nostra Accademia vada ben oltre il semplice insegnamento della danza classica. Guidati dalla visione di Zelia Guarini, abbiamo infranto gli stereotipi, dimostrando che la danza può essere una perfetta sintesi di disciplina e passione.
Riconoscimenti di Eccellenza: I Nostri Successi
È con grande orgoglio che apprendiamo dei numerosi elogi per il nostro unico equilibrio tra rigore e amore per la danza. Questi successi nei concorsi sono il frutto del lavoro instancabile e della dedizione di tutte le nostre ballerine e dei nostri insegnanti.
Oltre la Tecnica: Supporto Psicologico
L'articolo evidenzia un aspetto cruciale della nostra filosofia: il supporto emotivo che offriamo alle nostre studentesse. In un ambiente competitivo come quello della danza, crediamo fermamente nell'importanza di un supporto che vada oltre l'aspetto tecnico.
Un Futuro Radioso
Nonostante le sfide, come il calo di interesse per la danza classica in alcune zone, siamo determinati a proseguire nel nostro percorso, sicuri del futuro. Questo articolo rafforza la nostra convinzione di fare la differenza, ispirando la prossima generazione di ballerine.
Grazie a Tutti Voi
Vogliamo concludere questo post ringraziandovi, la nostra comunità, per il costante sostegno e fiducia. Questi traguardi sono anche i vostri, e insieme continueremo a promuovere la bellezza e l'arte della danza classica.
In basso, trovate una foto dell'articolo pubblicato su "Il Mattino". Speriamo che lo leggiate e condividiate con noi questo momento di orgoglio e felicità.
#AccademiaZeliaGuarini #PassionePerLaDanza #CelebrazioneDelSuccesso
Apertura iscrizioni
Comunichiamo che dal 6 settembre 2019 saranno aperte le iscrizioni, è possibile richiedere informazioni al 340-3175024
Graduation Ball
IL BALLO DEI CADETTI
Coreografia e balletto: David Lichine
Musica: Johann Strauss
Prima Rappresentazione: Sydney, Theatre Royal, Original Ballet Russe 1940
Come in tutte le accademie militari ed educandati signorili femminili di alto borgo, usualmente un tempo come ancora oggi si organizzavano gran balli in occasione del debutto in società che una volta si soleva celebrare tra la nobiltà. Questo balletto mette in scena proprio uno degli incontri tra i cadetti dell’accademia militare viennese e le educande di un istituto femminile di prestigio della medesima città in occasione di un gran ballo di fine anno. Quest’ultimo viene organizzato dall’Istituto di educazione nobiliare femminile viennese per celebrare il termine del percorso di studi delle fanciulle licenziande. I cadetti si presentano in parata, guidati dal Generale e vengono accolti con gran cerimoniale dalle fanciulle, coordinate dalla Direttrice (ruolo svolto da un uomo). La serata ha inizio: la danza del tamburino è la prima a dar spettacolo, segue l’imitazione del pas de deux del La Sylphide, poi una variazione di un’allieva più piccola. Si diffonde un clima di ironia, comicità, allegria che pervade tutti i partecipanti dal Generale alla Direttrice, le ragazze si sfidano a colpi di fouettes per primeggiare e attirare l’attenzione dei cadetti, a quanto pare a nulla sono valse le lezioni di buone maniere e le esibizioni successive lo dimostrano senza ombra di dubbio. Non poteva mancare l’elemento amoroso tra adolescenti, sentimento caratterizzante quest’età, infatti alla fine del ballo due giovani si incontrano in una danza finale e si innamorano, si piacciono, si cercano, tentano un incontro furtivo, ma ben presto vengono interrotti dal richiamo del Generale e della Direttrice che mettono in riga i cadetti per ritornare in accademia e le giovani fanciulle per rientrare nelle loro stanze. La Direttrice dell’Istituto non perde occasione di punire le più disobbedienti allieve con una tirata di orecchie ordinando loro di ritirarsi immediatamente. Un balletto fortemente ironico e comico che deve il proprio successo proprio a tale caratteristica.
Il Lago dei Cigni
IL LAGO DEI CIGNI
Coreografia: Julius Wenzel Reisinger
Musica: Piotr Ilich Chaikovski
Prima Rappresentazione: Mosca, Teatro Bolshoi, 1877
Balletto in 4 Atti
I Atto
Al castello la regina Madre ha indetto un gran ballo per festeggiare i ventuno anni del principe Siegfried, sono invitati compagni, nobili e giovani donne tra le quali il giovane principe dovrà poi scegliere una futura sposa. Si danza e ci si diverte in una totale e piena atmosfera di festa, animata dal giullare di corte. La regina confida al figlio di aver organizzato per il giorno dopo un ricevimento ideato per presentargli le possibili donzelle in età da matrimonio tra le quali scegliere ufficialmente la propria fidanzata. Il principe si allontana dal castello in cerca di tranquillità, in compagnia del suo istruttore e porta con se una balestra pensando di darsi alla caccia.
II Atto
Si inoltra nella foresta e senza accorgersene si ritrova nei pressi di un lago, popolato da bellissimi cigni. Nel vederli nasce un forte desiderio di cacciarli, ma neanche il tempo di prendere la mira che i cigni si trasformano in bellissime fanciulle. Tra loro emerge, per avvenenza, Odette. Quest’ultima cattura subito le attenzioni di Siegfried ,e gli narra la sua triste storia: ella insieme alle altre ragazze è vittima della cattiveria dello stregone Rothbart il quale le ha private del loro aspetto umano e le ha trasformate in cigni, soltanto di notte riprendono le sembianze umane in quel preciso luogo ma all’alba sono destinate a trasformarsi, nuovamente in cigni. C’è solo un modo per spezzare la maledizione, ovvero l’amore di un giovane che non abbia mai promesso il suo cuore a nessun’ altra fanciulla. Siegfried allora, memore del ballo indetto per il giorno dopo, invita Odette a parteciparvi, in modo da poterla presentare alla madre come sua futura sposa e spezzare l’incantesimo. In agguato, di nascosto, il malefico Rothbart ha assistito alla scena ed ha ascoltato gli intenti dei due innamorati, agisce così di conseguenza. Intanto sopraggiunge l’alba e le fanciulle riprendono le sembianze di cigni.
III Atto
Nel castello hanno inizio i festeggiamenti per il gran ballo, gli invitati fanno il loro ingresso e Siegfried con la regina salutano le nobili e belle dame in procinto di essere scelte per le nozze. Il suono di trombe preannuncia l’arrivo di ospiti inaspettati : Rothbart ed una giovane fanciulla vestita di nero, in tutto e per tutto uguale ad Odette se non fosse per il suo spirito malvagio e ammaliantore. Si tratta, infatti di Odile, indottrinata dal perfido stregone affinchè il principe la creda Odette e le dichiari pubblicamente il suo amore. Odile asseconda la richiesta del malvagio e coinvolge così bene Siegfried da farlo cadere nel tranello. Non appena il principe dichiara il suo amore alla Madre per la presunta Odette, Rothbart si maschera e svela l’inganno, facendo apparire la sagoma della vera Odette, sconsolata e disperata per non aver più modo di spezzare la maledizione.
IV Atto
A tal punto sono diversi i finali possibili : - Odette piange morente per la sorte che l’attende, mentre Siegfried raggiunto il lago viene inghiottito insieme all’amata dalla tempesta che coinvolge le acque de lago. Torna la calma e un volo di cigni chiude l’ultima scena del balletto. - la forza dell’amore sconfigge ogni magia, così dopo una intensa lotta nella tempesta, scatenata sul lago, tra Rothbart e Siegfried , emergono sui primi raggi dell’alba, i due innamorati finalmente pronti a vivere il loro sogno d’amore. - Il malvagio stregone ed il principe lottano, il primo viene inghiottito dalle acque del lago, il sortilegio svanisce, le fanciulle riassumo sembianze umane , i due possono vivere a pieno il loro amore.
Apollo Musegete
APOLLO MUSEGETE
Primo arrangiamento coreografico : Adolph Bolm
Musiche: Igor Stravinskij
Prima Rappresentazione: 1928 Washington
Successivo arrangiamento coreografico: George Balanchine, Parigi 1928
La versione più conosciuta e rappresentata è quella creata da Balanchine espressamente per i Balletti Russi di Diaghilev, versione che ha condotto alla notorietà e successo tale balletto. L’opera e divisa in due quadri e rientra nella tipologia neoclassica dei balletti. Il balletto, ispirato ad un soggetto mitologico, è ambientato in un’isola dell’Egeo, Delo, unico luogo in cui la povera Leto trova rifugio per dare alla luce il figlio della divinità Zeus che chiamerà Apollo. La particolarità di quest’ultima divinità è che appena nato ha già le sembianze di adulto, per cui svincolatosi dalle bende riceve, in dono da due divinità, un liuto. Convoca a sé le tre muse che rappresentano l’arte Calliope, Polimnia e Tersicore e comincia ad insegnare loro, ciascuna nella propria arte, la disciplina che singolarmente rappresentano, diventando, di fatto il loro Maestro. Dunque, danza e suona insieme alle tre Muse e consegna alla prima Calliope, dea della poesia, una tavoletta, alla seconda Polimnia, divinità della mimica, una maschera e per finire a Tersicore, dea della danza, una lira. In realtà tra le tre, soltanto quest’ultima riuscirà così bene ad apprendere ed a seguire gli insegnamenti di Apollo da ottenere le sue lodi. Tutte le Muse guidate da Apollo si dirigono verso il Monte Parnasso, in questo modo si separa definitivamente dalla madre Leto.
Giselle
GISELLE
Emblema del balletto Classico e Romantico
Coreografia di Jean Coralli, Jules Perrot
Musiche Adolphe Adam
Balletto in II Atti
I Atto
La scena è ambientata in un immaginario villaggio nella Renania, a sinistra l’umile abitazione della contadinella Giselle, che vive con la madre Berthe, intorno tutti vitigni e sullo sfondo dall’altro lato in lontananza, un castello. Giselle è una ragazza che adora danzare e spenderebbe la sua vita pur di farlo. Incontra un giovane popolano Loys, il quale non perde tempo nel corteggiarla. Inizialmente Giselle è reticente nell’accettare le carinerie del giovane, ma poi cede e se ne innamora, i due iniziano a danzare e giocherellare assieme con una margherita che preannuncia un presagio negativo. Inutili sono i richiami di Berthe di rientrare in casa, preoccupata per la cagionevole salute della figlia. In realtà il popolano Loys altri non è che il principe di Slesia Albrecht che aveva nascosto le sue nobili origini alla giovane. Hilarion, il guardiacaccia geloso di Giselle, intanto aveva osservato la scena ed aveva notato lo stemma reale sulla spada ed il sontuoso mantello intuendo le nobili origini del giovane popolano. Il suono del corno preannuncia una battuta di caccia dei reali con la nobiltà, il corteo fa dunque il suo ingresso nel villaggio per riposare e rifocillarsi, trovando una grande ospitalità da parte di Giselle. Tra i presenti c’è anche la promessa sposa di Albrecht che dona alla giovane contadina un medaglione. In questo generale clima di festa fa il suo ingresso Hilarion,il quale smaschera di fronte a tutti Albrecht mostrandogli il sontuoso mantello e lo stemma sulla spada. Giselle, perdutamente innamorata, afferra la spada per togliersi la vita, ma impazzisce e muore dal dolore e dalla disperazione sotto lo sguardo di tutti i presenti. II Atto Il secondo atto è dedicato alla scene delle Villi, immaginarie creature, spiriti di fanciulle infelici poiché tradite o abbandonate prima del matrimonio che vagano alla convulsa ricerca dei loro traditori per appagare con la morte di questi ultimi il loro immenso dolore. Il secondo atto è ambientato in una radura dove è situata la tomba di Giselle.
La regina delle villi convoca tutte le sue discepole non appena appare sulla scena il rivale di Albrecht, così le villi lo inducono ad una convulsa danza che lo conduce alla morte. La stessa sorte spetterebbe al giovane principe che intanto si è recato alla tomba dell’amata, ma grazie all’intervento di Giselle la quale lo sorregge e lo accompagna nella convulsa danza per tutta la notte, supera la notte sano e salvo. Uno straziante saluto tra lo spirito di Giselle che torna nel suo riposo eterno ed il giovane principe termina il secondo atto, calando il sipario sulla figura di un Albrecht ai piedi della tomba di Giselle solo nella disperazione e nel dolore.
Raymonda
RAYMONDA
Coreografia Marius Petipa
Musiche Aleksandr Glazunov
Prima rappresentazione Pietroburgo 1898 Teatro Mariinskij
Balletto in III atti.
I Atto
Il balletto è ambientato in Provenza, in età medioevale, si stanno organizzando i festeggiamenti per il compleanno della giovane Raymonda, fidanzata ufficilamente con il principe Jean De Brienne, partito per la guerra, ma già di ritorno per celebrare il compimento degli anni dell’amata. Nel castello fervono i preparativi per l’evento, chi danza, chi si esercita nel declamare poesie o nel cantare accompagnati dal suono delle viole, avanza la zia di Raymonda, la contessa Sybille de Doris, scortata dalle sue cortigiane, la quale invita tutti i presenti ad avere rispetto per la loro antenata La Donna Bianca immortalata in una statua posta sulla scena in un angolo e di evitare schiamazzi inutili in riverenza di tale antenata. Il suono delle trombe annuncia l’arrivo di un messaggero che reca tra le mani una lettera da parte di Jean per Raymonda, in cui la rassicura del suo imminente ritorno, intanto si presenta a corte, inaspettatamente, Abderam un ricco cavaliere saraceno, il quale aveva tanto sentito parlare della bellezza della giovane e di fatti, non appena la vede se ne innamora. Inizia, dunque, uno sfrenato corteggiamento, con parole, doni di ogni genere, ricchezze di ogni tipo, ma Raymonda lo allontana e lo rifiuta con sdegno, innamorata come è di Jean. La zia contessa, non è dello stesso avviso della nipote, anzi, accoglie le avance del cavaliere e lo invita ai festeggiamenti per il compleanno della giovane, sperando nel frattempo di convincerla a cambiare idea. Comincia la celebrazione del compleanno ed il palazzo si riempie di invitati che danzano, ballano, suonano e si divertono e coinvolgono Raymonda nei festeggiamenti. Al termine della serata, la giovane stanca ed esausta si addormenta e sogna che la Donna Bianca si animi e, scesa dal piedistallo, si lascia inseguire in giardino da Raymonda. Quest’ultima immagina di vedere la sagoma dell’amato Jean de Brienne così gli si butta tra le braccia, ma proprio in quell’istante la sagoma muta forma diventando Abderam. Spaventata supplica la Donna Bianca di accorrere in suo aiuto. Torna l’alba, cortigiane e paggi si svegliano e vanno alla ricerca della padrona. II Atto Riprendono i festeggiamenti, Abderam fa il suo ingresso con l’intenzione di far sua Raymonda, così ricomincia con il corteggiamento che, ancora una volta Raymonda, respinge con sdegno, lo vorrebbe lontano, ma la zia la intima ad essere ospitale. Finalmente giungono il Re e Jean de Brienne che vista la situazione cerca di risolvere con un duello, appare allora la Donna Bianca che porta con se Abderam svanendo nel nulla. I due amati possono, dunque sposarsi. III Atto Il matrimonio ha inizio, entra un corteo di nobili con il loro seguito, cortigiani, i reali e gli sposi, si aprono le danze con una danza ungherese che si chiude con un galop, ed un’apoteosi finale alla quale tutti partecipano.
La Silfide
LA SILFIDE La Sylphide rappresenta uno dei balletti più noti ed allo stesso tempo è considerato il balletto che introduce l’era romantica della danza.
Il libretto è di Adolphe Nourrit, nella versione originale.
Musiche di Jean Schneitzhoffer
Coreografia di Filippo Taglioni
La prima rappresentazione: 12 marzo 1832 all'Opera di Parigi
Balletto in II Atti
I Atto
Ambientato in Scozia, protagonista maschile è un giovane di nome James che si appresta ad unirsi felicemente in matrimonio con la bella Effie, fin quando tale sicurezza dei sentimenti per la bella fidanzata inizia a vacillare non appena inizia ad apparirgli in sogno una stupenda silfide innamoratasi di lui. Il giovane non riesce a sottrarsi al fascino della silfide ed a sua volta se ne innamora. Continuano i preparativi delle nozze e nel corso di essi appare tra la folla la strega Madge che rivela ad Effie quanto il suo sposo sia fortemente preso da un’altra, così James caccia via la strega, ma resta nuovamente abbagliato dalla bellezza della silfide che si manifesta solo a lui. Prima che inizi la cerimonia quest’ultima, si appropria dell’anello nuziale e lo porta via con se nella foresta, così da farsi inseguire da James per riavere l’anello. Atto II Giunto nella foresta, la Strega appare a Jemes porgendogli una sciarpa magica che a suo dire sarà in, grado di catturare la silfide. In realtà si tratta di una sciarpa avvelenata che poggiata sulle ali dell’amata non solo gliele fa cadere, ma ha un effetto mortale sulla povera Sylfide che circondata dalle compagne si spegne. Intanto procedono le nozze di Effie, non più con il giovane James, che intanto guarda la scena da lontano,ma con un amico Gurn. L’altra versione estremamente nota di tale balletto, conosciuta soprattutto per il ruolo di spicco attribuito al protagonista Maschile, è quella di Bournonville. Quest’ultimo dopo aver assistito alla rappresentazione francese, ne fece una versione personale, cambiandone stile e tecnica adeguati al suo modo di far danza e scegliendo per arrangiamenti musicali il ventunenne Hermann Severin von Lovenskjøld. Tale versione fu poi rappresentata, al Teatro Reale di Copenaghen.
Le Corsaire
LE CORSAIRE
Balletto in III atti ispirato al poema di Lord Byron “ The Corsair” , ha conosciuto varie versioni e coreografi che ne hanno modificato, di volta in volta, quadri, arrangiamenti coreografici e musiche, infatti all’originario Adolphe Adam sono state aggiunte composizioni di Cesare Pugni, Leo Delibes, Leon Minkus, Riccardo Drigo, il granduca Pietro II di Oldenburg.
Considerando una delle diverse versioni, quella del Kirov/Mariinsky ecco di seguito la complessa trama.
I Atto
In piena navigazione, un gruppo di pirati capitanati da Conrad, Birbanto e Alì (lo schiavo), restano vittima di una tempesta che affonda la loro nave. Conrad e gli altri si risvegliano sulle rive di una spiaggia dove incontrano un gruppo di donne greche tra cui Gulnare e Medora. È amore a prima vista tra Conrad e Medora. Purtroppo le giovani donne vengono raggiunte da una serie di mercanti Turchi guidati da Lankedem (mercante di schiavi) in cerca di schiave da vendere al bazar,cosicchè adocchiate le giovani, le catturano e le conducono con loro al bazar turco.
I pirati assistono alla scena e giurano di salvare le fanciulle. La seconda scena si apre nella piazza del mercato degli schiavi, dove Lankedem, danzando con Gulnere ne fa notare le doti e la bellezza, immediatamente la donna attira l’attenzione del Pascià Seid che la compra senza batter ciglio. Ben presto il Pascià si rende conto di essersi lasciato sfuggire la più bella tra le schiave: Medora, intanto già comprata da un mercante sconosciuto, ovvero il suo amato Conrad. I due fuggono seguiti dalle altre donne greche e nel trambusto generale che si crea i corsari catturano anche Lankedem. II Atto Siamo nella caverna dei corsari, in cui nascondono tutte le loro ricchezze che mostrano a Medora e le sue compagne. Conrad e Medora si dichiarano amore eterno e lo schiavo Alì promette di diventare il fedele schiavo di quest’ultima.
A tal punto le altre giovani greche chiedono a Medora di intercedere per loro per ottenere la libertà, tuttavia non risulta essere un’opera così semplice. Birbanto infatti si rifiuta con decisione e da qui comincia una battaglia dalla quale Conrad riesce a liberare le ragazze. Lankedem che, intanto aveva assistito alla scena, si avvicina a Birbanto e conclude con quest’ultimo un affare: in cambio della libertà, gli procurerà una pozione in grado di far addormentare chiunque annusi i fiori su cui tale pozione venga spruzzata. Così al ritorno di Medora e Conrad, Lankedem, porge alla giovane donna un fascio di fiori da regalare all’amato.
Ovviamente non appena Conrad li annusa, cade addormentato al suolo. Via libera ai corsari che catturano Medora. Conrad non si da per vinto, non appena si accorge di essere stato ingannato giura di salvare, con l’aiuto di Alì, la sua amata. III Atto La scena si apre con i festeggiamenti indetti dal Pascià per Gulnare, quando si introduce Lankedem portando con sè e presentando a Said tre bellissime donzelle e Medora, estremamente triste per essere stata nuovamente catturata, ma ben più tranquilla nel vedere la sua cara amica Gulnere.
A tal punto la scena dà spazio al bellissimo quadro del giardino animato, un idilliaco giardino fiorito, ricco di fontane magiche in cui tutte le donne dell’harem danzano, celebrando la grazia, la bellezza e l’armonia. Protagoniste delle danze, ovviamente restano Medora e Gulnare. Intanto giunge voce dell’arrivo di un gruppo di pellegrini, si tratta di Conrad con gli altri pirati che mascheratisi liberano finalmente Medora e Gulnare, vendicandosi del Pascià, di Lankedem e di tutti i lori seguaci. Salpano, dunque dalla costa in cerca di nuovi orizzonti e avventure, sicuri di trovare la felicità.
Napoli
NAPOLI o Il Pescatore e la sua sposa Coreografie: August Bournonville
Musiche: Holger Simon Paulli, Edvard Helsted, Niels Wilhelm Gade, Cristian Lumbye
Prima Rappresentazione: Teatro Reale Danese, Copenaghen 29 marzo 1842
Balletto in III Atti
Il balletto racconta le vicende amorose di Teresina una popolana e Gennaro, un pescatore napoletano. La vicenda è ambientata a Napoli, l’amore di Teresina è conteso tra due venditori ambulanti, uno di spaghetti Giacomo e l’altro di limonata Peppo, ma il suo cuore è già stato conquistato da Gennaro. Quest’ultimo, per difendere la reputazione della giovane amata sulla sua fedeltà, la chiede in sposa, così i due recuperano una barca e si allontano dalla costa. Malauguratamente sopraggiunge una vorticosa tempesta mentre Teresina e Gennaro sono ancora al largo e la ragazza viene inghiottita dalle onde nelle profondità marine. Il pescatore, in preda alla disperazione riesce a tornare a riva, distrutto dal dolore per la povera amata che crede ormai morta. La mamma di Teresina apprende la notizia e, presa dallo strazio, accusa Gennaro di essere fautore dell’annegamento della figlia. Così nella disperazione generale per la sventura, si avvicina il frate che cerca di infondere speranza nell’animo del pescatore, regalandogli l’immagine della Madonna miracolosa e inducendolo a non arrendersi al dolore, anzi a reagire non dandosi per vinto e continuare la ricerca dell’amata. Infatti Teresina non è morta, semplicemente è stata salvata da creature marine dette Nereidi che l’hanno condotta nella loro dimora marina: la grotta azzurra dell’isola di Capri. Qui il re e spirito degli abissi marini è Golfo, il quale nel vederla immediatamente se ne innamora e accorgendosi di non essere corrisposto dalla giovane,già innamorata di Gennaro, la trasforma in nereide cancellandole la memoria del tutto. Gennaro continua nelle sue ricerche, speranzoso di ritrovarla ed alla fine riesce ad approdare alla grotta. Purtroppo Teresina non riconosce il volto del suo amato fidanzato poiché non ha più memoria della sua esistenza mortale, ma alla vista dell’immagine della Madonna immediatamente riacquista ricordi e sembianze umane così da tornare sana e salva con Gennaro sulla terra ferma. Il quadro successivo si apre nel Santuario di Monte Vergine, Teresina, Gennaro e la Madre si fanno strada tra la folla in pellegrinaggio al Santuario, e la gente nel rivedere la giovane popolana in piena salute accusa il pescatore di aver adoperato la stregoneria per resuscitarla. Immediatamente interviene il frate a spiegare che invece si è trattato di un miracolo avvenuto ad opera della Madonna, colpita dall’amore di Gennaro. Trovandoci a Napoli il finale del balletto non poteva esulare dall’esecuzione di una frenetica tarantella che coinvolge tutti in un clima di festoso di nozze. Napoli è considerato il capolavoro di Bournonville, infatti ancora oggi rientra nel repertorio del balletto danese.